Protesi d'Anca

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L’utilizzo della Protesi d’Anca nel cane per il trattamento della Displasia d’Anca è nota da tempo.

Da poco più di un decennio sono stati introdotti nuovi sistemi protesici non cementati (cementless), detti anche “biologici”, che hanno ridotto il numero di complicazioni che si potevano verificare in passato con le protesi dette “cementate”. Queste prevedevano la fissazione dell’impianto all’osso mediante l’utilizzo di un materiale “cementante” acrilico (PMMA).

Sul piano meccanico il sistema era molto efficiente, ma sul piano biologico la compatibilità con i tessuti dell’organismo, talvolta era incompleta dando luogo occasionalmente a fenomeni di rigetto.

Concetto

Alla base delle protesi di nuova generazione, per la protesi d’anca nel cane, c’è il processo di osteointegrazione.

Con questa parola si intende un processo naturale in cui vi è lo sviluppo di una connessione funzionale e strutturale tra osso vivente e il metallo di cui è costituito l’impianto protesico. Si considera intima unione quando i movimenti possibili sono di entità inferiore a 100 micron. Affinché questo processo di integrazione possa realizzarsi sono necessarie alcune condizioni essenziali:

  • che la protesi venga impiantata nel paziente in condizioni di asepsi, e quindi vi devono essere condizioni di assoluta assenza di infezioni.
  • che la protesi sia “fissata” in maniera stabile all’osso del paziente (stabilità primaria)
  • che il materiale di cui è costituita la protesi consenta questo tipo di processo, in particolare ad oggi risulta essere il titanio l’unico materiale che permette questo livello di biocompatibilità.

Una volta soddisfatte queste condizioni sarà lo stesso organismo a produrre nuovo tessuto osseo, che verrà deposto a contatto diretto del metallo, andando in tal modo a creare con le strutture scheletriche un tutt’uno sia strutturale che funzionale.

Uno dei principali ostacoli all’introduzione delle protesi non cementate nel cane, è stato lo sviluppo di un sistema che fornisse una adeguata stabilità primaria (fissazione stabile) che consentisse la successiva osteointegrazione. Tra le varie tipologie di protesi non cementate proposte in Medicina Veterinaria, abbiamo adottato il modello Zurich cementless (KYON Veterinary Surgical Products) sviluppato a partire dagli anni ’90 ed in continua evoluzione, presso l’Università di Zurigo dal prof. P.M. Montavon e dal Dr. Ing. Slobodan Tepic.

 

 

Immagini radiografiche (coppa e stelo) di una protesi d’anca tipo “Zurich cementless”. Evidenziano come il processo di osteointegrazione faccia si che le strutture protesiche vengano completamente “inglobate” nell’osso andando a costituire un sistema funzionale ottimale.

Kit KyonLa caratteristica principale di questo sistema è l’originale metodo di fissazione dello stelo femorale. In particolare, per ovviare ai problemi legati all’utilizzo di steli press-fit (cioè a “pressione”), è stato messo a punto un sistema di ancoraggio dello stelo con delle piccole viti osse a stabilità angolare.

Questo sistema è stato concepito, progettato e messo a punto per venire incontro alle esigenze dei nostri pazienti quadrupedi. A differenza di quanto avviene quasi sempre in medicina veterinaria, dove le tecnologie messe a punto per l’uomo vengono adattate e quasi sempre “depotenziate” per essere applicate in veterinaria. In particolare il sistema di fissaggio delle stelo protesico, consente l’adattamento dell’impianto alla estrema variabilità morfologica e funzionale delle varie razze canine, in tal modo si può soddisfare quel requisito essenziale per il processo di osteointegrazione che è la “stabilità primaria”.

Altra specifica esigenza a cui si è cercato di venire incontro, é la non collaborazione del paziente “canino”. In particolare gli impianti sono stati pensati anche in funzione della possibilità che il cane possa fin da subito (appena sveglio dall’anestesia), alzarsi in piedi ed essere autonomo, senza bisogno di particolari cure, se non per le prime ore. Che quindi il periodo di convalescenza post operatoria sia breve (circa 45 giorni) e che possa essere vissuto sia dal paziente che dal proprietario con serenità senza particolari restrizioni o cure specifiche.

Quanto dura la Protesi?

Questa è una delle domande che più spesso ci vengono rivolte dai proprietari dei nostri pazienti.

Gli impianti vengono realizzati con i materiali più moderni, che offrono garanzie di biocompatibilità e resistenza nel tempo.

Negli ultimi anni allo scopo di migliorare la durata dell’impianto, nel sistema “Zurigo” sono state introdotte delle novità. In particolare la superficie di attrito della testa articolare è stata migliorata con il nuovo rivestimento in ADLC (carbonio amorfo), detto anche diamante sintetico.

Questo materiale garantisce estrema durezza e resistenza unitamente ad un coefficiente di attrito molto basso, diminuendo significativamente il consumo del materiale con cui si va ad articolare (UHMWPE).

A cura del Dr. Francesco Gallorini